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Il supplemento carburante nei contratti di trasporto su strada è un’integrazione legata alle variazioni del prezzo del gasolio. Come calcolarlo?

Nel giugno 2024 si festeggeranno – per così dire – i 24 anni dall’introduzione di una tassa applicata ai viaggiatori: il fuel surcharge, detto comunemente in Italia supplemento carburante.

Infatti, fu proprio nel mese di giugno del 2000 che la compagnia aerea Alitalia introdusse, su tutte le tratte aeree nazionali, questo nuovo balzello per i viaggiatori. Inoltre, nel giro di soli 4 mesi l’importo del supplemento carburante raddoppiò il suo valore, passando dalle diecimila alle ventiquattromila lire a tratta.

La compagnia aerea giustificò l’introduzione della nuova tassa con la necessità di far fronte alla crescita del costo del carburante per il trasporto aereo, la quale rendeva necessaria una condivisione dell’onere anche con i passeggeri. L’iniziativa di Alitalia scatenò una reazione a catena.

L’evoluzione del supplemento carburante negli anni

Ben presto tutte le altre compagnie aeree iniziarono ad applicare il fuel surcharge ai propri listini prezzi. Le conseguenze di queste decisioni furono visibili fin da subito:

  • il supplemento carburante iniziò immediatamente a pesare nelle tasche dei passeggeri. Col passare del tempo diventò sempre più oneroso e sempre più difficilmente quantificabile da parte dei consumatori, i quali spesso e volentieri si vedevano applicare un adeguamento a pochi giorni dalla partenza (entro 21 gg), nonostante avessero pagato il volo con largo anticipo;
  • l’integrazione inizialmente era composta da 2 sole voci, ben chiare e definite, riguardanti da una parte le entrate destinate al vettore e dall’altra le “tasse”. Con l’introduzione del fuel surcharge la scomposizione della tariffa venne caratterizzata da molteplici voci. La quota destinata a far fronte all’aumento del prezzo del carburante, anziché confluire nella tariffa principale e quindi essere riportata come adeguamento tariffario, venne inserita nelle “tasse”. Questo “accorgimento” rese da un lato più complesso il lavoro di indagine delle Autorità Garanti e dall’altro più difficile la comprensione della tariffa da parte dello stesso cliente.

Il supplemento carburante arriva anche nel trasporto su gomma

Meno di un decennio dopo, il supplemento carburante diventerà realtà anche per il trasporto su gomma. Tra settembre e dicembre del 2008si assiste infatti all’applicazione del fuel surcharge su tutti i contratti nazionali ed internazionali di trasporto via strada. Lo schema è lo stesso visto con le compagnie aeree: prima adottano la misura le aziende più grandi e successivamente si adeguano a cascata anche i competitor più piccoli.

Inizia così quell’anno un periodo di grandi battaglie negoziali, tra clienti che tentarono di respingere questo nuovo fardello e società di trasporto che provarono in ogni modo ad introdurre questo nuovo concetto. Nelle contrattazioni intervenirono anche associazioni importanti come il Codacons e autorità garanti come AGMC.

A distanza oramai di 15 anni, possiamo affermare che la guerra è stata vinta dagli operatori del settore del trasporto: sono riusciti a rendere il supplemento carburante un’integrazione ormai comunemente accettata, nonostante la sua invasività per i conti del cliente e tutte le difficoltà di gestione determinate in termini di previsione di spesa.

Come viene effettuato il calcolo del fuel surcharge?

Il supplemento carburante o fuel surcharge viene solitamente proposto in tre versioni:

  1. Percentuale fissa.
  2. Percentuale variabile al variare del prezzo medio del gasolio alla pompa.
  3. Una soluzione mista che incorpora le due precedenti.   

Percentuale fissa

Il caso della percentuale fissa risulta il più semplice da comprendere, preventivare e negoziare, in quanto consiste in una quota fissa che viene aggiunta al costo del trasporto. Le percentuali sul mercato oscillano su una media compresa tra il 6% e il 10%.

Questa modalità è solitamente la meno gradita dai fornitori perché stabilisce una quota, che a causa della volatilità del mercato, non sempre garantisce la copertura dei costi per il trasportatore.

Facciamo un esempio per rendere tutto più chiaro. Supponiamo che tu abbia sottoscritto un contratto di trasporto con una percentuale fissa di supplemento del 6%. Ovviamente, il fornitore prima della proposta avrà analizzato il prezzo del carburante alla pompa del periodo. Tuttavia, il valore nelle settimane successive potrebbe subire una serie di aumenti, lasciando così il fornitore improvvisamente “nudo” dinnanzi ad un mancato incasso dovuto alla differenza di prezzo tra il supplemento carburante fissato e la cifra reale di acquisto del carburante.

Per evitare di correre questo rischio, il fornitore cercherà fin da subito di inserire una percentuale fissa più alta, rispetto a quella prevista al momento della stipula del contratto.

Percentuale variabile

Attraverso la percentuale variabile il fornitore indica sulla proposta tariffaria, sia il prezzo medio del gasolio in quella settimana, sia la percentuale per ogni scatto relativo all’aumento del costo del carburante

Ad esempio, supponiamo che sulla proposta di contratto sia indicato:

  • Prezzo medio del gasolio nella settimana 45 pari a € 1,410
  • Percentuale per ogni scatto di aumento pari a 0,3%

Nel contratto solitamente il fornitore invita il cliente a visionare sul suo sito web le tabelle di riferimento. Di conseguenza, dovresti almeno ogni settimana andare sul sito del fornitore, verificare il prezzo del gasolio, calcolare gli scatti di aumento presenti e moltiplicare questi “salti” per la percentuale concordata pari a 0,3%.

Mettiamo il caso che trascorse poche settimane dalla sigla dell’accordo con il fornitore, il prezzo del carburante aumenti rispetto al concordato di 10 scaglioni. A questo punto ti troveresti a sostenere un incremento dei costi di trasporto del 3% (0,3% x 10).

Questa modalità è certamente molto vantaggiosa per il fornitore che con questa impostazione del supplemento carburante si protegge dalle variazioni di prezzo del gasolio. Invece, tu in qualità di cliente non potrai usufruire degli stessi vantaggi. Anzi, vedrai complicarsi sempre più la gestione dei costi di trasporto, non riuscendo a preventivare le spese dovute al fuel surcharge.

La soluzione mista

Nel caso della soluzione mista il fornitore propone un contratto con una percentuale fissa sino ad una soglia di prezzo del carburante. Dopodiché, si passa alla percentuale variabile adottando le modalità di calcolo illustrate nel paragrafo precedente. Con questa tipologia di calcolo del supplemento carburante il fornitore si assicura sempre un’entrata importante, indipendentemente dall’andamento del prezzo del carburante.

Proviamo a fare un esempio per rendere più chiaro l’impatto delle 3 modalità di applicazione del supplemento:

Ipotizziamo:

  1. che alla stipula del contratto il prezzo del gasolio risulti essere pari a € 1,400.
  2. che nelle 4 settimane successive il prezzo del gasolio non cambi.
  3. che alla 5° settimana il prezzo del gasolio subisca un aumento pari a circa 20 scaglioni.  

Cosa accadrebbe ai Tuoi costi nelle diverse condizioni contrattuali?

  • Contratto con percentuale fissa (es: pari al 6%):

tu pagheresti sempre il 6% sul costo del trasporto, indipendentemente da qualsiasi variazione di prezzo.

  • Contratto con percentuale variabile (es: 0,5% per ogni salto di aumento):

Nelle prime 4 settimane non dovresti sostenere alcun supplemento carburante, perché il prezzo dello stesso non varia. Alla 5° settimana invece ti vedresti applicato un supplemento pari al 10% in più sui costi di trasporto (0,5%x20).

  • Contratto con soluzione mista (es. 6% fisso più 0,5% per ogni “salto” di scaglione):

Nelle prime 4 settimane dovresti pagare il 6% di supplemento carburante, pur non assistendo ad alcuna variazione di prezzo del carburante rispetto a quanto concordato. Alla 5° settimana invece vedresti applicato un supplemento carburante pari al 10% sui costi di trasporto (0,5×20).

Attenzione: i due valori percentuali non si devono sommare.  

Come potrai facilmente intuire la soluzione più gradita al fornitore è quella “mista”, che consente di intascare una “tassa” fissa indipendentemente dal prezzo del carburante, e allo stesso tempo essere coperto in caso di variazioni.

La soluzione mista ci fa comprendere perché nel 2000 gli operatori delle compagnie aeree decisero di scomporre la tariffa: grazie ad essa sono sempre tutelati, qualunque sia la variazione di prezzo del carburante.

Cosa devi sempre controllare nel contratto di trasporto?

Perché il fornitore non include quella percentuale fissa di supplemento carburante all’interno della tariffa principale – anziché in 2° o 3° pagina – così da rendere quest’ultima sin da subito leggibile, comprensibile e confrontabile?

Si tratta di una domanda lecita dalla quale deve partire la riflessione su come negoziare diversamente il supplemento carburante. Qui, di seguito ti forniremo alcuni consigli che ti aiuteranno ad evitare di cascare nella “trappola” del fuel surcharge.

Il primo aspetto da tenere in considerazione è che il supplemento carburante venga applicato solo sul costo del trasporto. Infatti, essendo un’integrazione legata ai rifornimenti, dovrà inevitabilmente incidere solo su quelle voci riconducibili ad una maggior spesa in relazione all’aumento del gasolio.

Quindi, non c’è alcun motivo per cui questa percentuale debba coinvolgere i costi accessori come il contrassegno, le giacenze, le consegne ai piani e così via per tutte le altre voci aggiuntive previste nel tuo contratto.

La sola voce sulla quale deve gravare il supplemento carburante dovrà essere quella del porto, ossia il trasporto puro, la tratta.

Un altro consiglio è quello di verificarela corretta applicazione da parte del fornitore – in fase di fatturazione – della soluzione a percentuale variabile in questo modo:

  • controlla che sul contratto o sulla proposta tariffaria, sia ben chiaro il prezzo medio del gasolio “attribuito” al momento della stipula. Per esempio, se l’accordo è stato siglato nella settimana 20 dell’anno, il prezzo indicato sul contratto dovrebbe essere corrispondente a quella precisa settimana.

È opportuno, pertanto, provvedere a verificare non solo la correttezza, ma soprattutto la presenza di questo dato sul contratto.

Se non conosci il prezzo base di partenza, come puoi verificare che il corriere stia applicando un numero corretto di “salti” di aumento, e quindi una giusta percentuale di supplemento?  

  • una volta a conoscenza del prezzo base del contratto, è necessario procedere ad un veloce quanto accurato controllo della fattura. Il fornitore ti applica la giusta differenza tra il prezzo base concordato sul contratto e il prezzo medio del carburante, in relazione alla settimana di affidamento della tua spedizione?

Sei sicuro che il fornitore non consideri più “salti” di quelli dovuti?

Per toglierti ogni dubbio, fai una verifica a campione prendendo come riferimento una fattura del tuo fornitore. Quindi, vediamo passo dopo passo cosa fare:

  • Prendi il tuo prezzo base concordato sul contratto.
  • Verifica il prezzo medio nella settimana di affidamento della spedizione.
  • Conta i “salti” di aumento che si sono verificati (A).

In merito a quest’ultimo punto, ogni corriere riporta sul suo sito una tabella che indica la struttura degli scaglioni e quindi dei “salti”.

  • Prendi la percentuale prevista dal tuo contratto per ogni “salto” di aumento (B).
  • moltiplica il numero dei “salti” per la percentuale prevista nel tuo contratto (AxB).
  • Infine, verifica se l’importo applicato dal fornitore è corretto.

Nel caso in cui dovessi trovare delle differenze, nonostante la correttezza dei tuoi calcoli, molto probabilmente significherebbe che il prezzo considerato dal tuo fornitore è diverso da quanto previsto dal contratto. Forse proprio per questo motivo il fornitore ha pensato bene di non indicarlo espressamente sull’accordo siglato tra le parti.

In parole più semplici: assicurati che il fornitore non consideri un prezzo medio del carburante più alto di quello previsto in quella settimana, e quindi ti attribuisca più “salti” di quelli dovuti.

Alcuni consigli per affrontare il supplemento carburante

Digerito, bene o male, questo amaro boccone – chiamato supplemento carburante – ciò che devi assolutamente evitare è far sì che quest’ultimo stravolga completamente i tuoi conti, vanificando le previsioni di spesa ed erodendo così l’utile della tua azienda.

Il consiglio più semplice da offrirti è di batterti per evitare l’applicazione del supplemento carburante sulla tua tariffa. Tuttavia, siamo onesti nel dirti che le possibilità di “vittoria” sono scarse, a meno che tu sia un cliente con un grande potere contrattuale.

Se non rientri in questa categoria di privilegiati, oppure non hai semplicemente avuto gran fortuna nella trattativa, ti suggeriamo di optare per una negoziazione che conduca ad una soluzione mista, ma con percentuale fissa massima e non minima. 

Che cosa otterresti?

  • con la percentuale variabile pagheresti il supplemento solo all’aumentare del prezzo del carburante.
  • con la percentuale fissa massima, metteresti un “tetto” a ciò che potrebbe diventare per te un disastro economico.

Questa opzione ti permette un contenimento dei costi di trasporto e ti consente di prevedere le spese potendo così gestire al meglio i listini di vendita dei tuoi prodotti.

È importante fare però attenzione a due aspetti: 

  1. Il prezzo medio del carburante alla stipula del contratto non deve essere troppo basso, in quanto un suo aumento potrebbe provocare variazioni rilevanti. Quindi, pur avendo una percentuale fissa a farti da “tetto”, ti troveresti sempre e comunque a sostenere un costo aggiuntivo. In questo caso ti consigliamo di abbandonare la soluzione mista per passare ad una percentuale fissa.
    Al contrario, se nel periodo di contrattazione il prezzo del carburante si attesta ad un livello medio-alto, la soluzione mista risulterà ottimale, in quanto difficilmente vedrai aumentare il prezzo o se ciò dovesse accadere sarebbe solo per variazioni lievi.
  2. La percentuale fissa come “tetto” a nostro avviso non dovrebbe mai superare il 5-6%.
 

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